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giovedì 8 aprile 2010

PostHeaderIcon Maupiti , isola da sogno .



Maupiti è situata circa quaranta chilometri a est da Bora Bora, nelle giornate limpide si può notare un piccolo cono che spunta in lontananza dall’oceano. Si raggiunge in circa due ore di navigazione, durante le quali si vede via via allontanarsi il monte Otemanu (m.727) e avvicinarsi il monte Teuraafatiu, cima più alta di Maupiti, che ha m. 380. Sembra di la
sciare la mamma e di raggiungere la figlia, infatti Maupiti sia per l’origine vulcanica sia per la configurazione con la laguna e i motu che circondano l’isola principale assomiglia a una Bora Bora in miniatura.
All’attracco del Maupiti express, Enrico ed io abbiamo avuto la fortuna di essere accolti affettuosamente e accompagnati in un approfondito tour dell’isola dal simpatico e informatissimo Aster, un amico di Stanley.
L’intero circuito dell’isola di una decina di chilometri si percorre lungo una strada asfaltata, larga quanto una strada privata, ci sono rare automobili, perché i turisti spesso circolano in bicicletta, insomma sembra di essere in un grande parco lussureggiante, non si incontrano né pericoli, né problemi di traffico.
Piccola, ma storicamente e culturalmente importante Maupiti conserva un ampio e importante marae, dove si può vedere ancora il trono sul quale venivano incoronati anticamente i re di tutte le isole. Grazie ad Aster abbiamo raggiunto con il suo comodo pick up la zona dei misteriosi petroglifi (l’incisione più interessante è una grande tartaruga) ai quali gli altri turisti arrivavano faticando a piedi.
Essendo l’isola tanto piccola, la laguna è stretta e i motu così vicini all’isola principale che vi si può arrivare a piedi dalla spiaggia, senza neanche dover nuotare, ma è certamente molto più soddisfacenti immergersi direttamente dagli isolotti, sbarcandovi comodamente da una barca. Aster e la moglie ci hanno fatto conoscere l’acqua piacevole e trasparente del motu, ma soprattutto il cibo tipico e cotto in maniera tradizionale. Il pesce appena pescato per noi è stato cotto sulla brace schermata dai coralli per evitare che bruci, come saporito e abbondante contorno abbiamo mangiato uru (frutti dell’albero del pane), sempre cotti alla brace.
Quello che ci ha particolarmente stupiti è stato che il pranzo ci è stato servito in vassoi di foglie di palma abilmente e rapidamente intrecciate dalla moglie di Aster, mentre il cibo cuoceva e, naturalmente, ci siamo dissetati con l’immancabile cocco, sempre a portata di mano in tutte le isole.
Come direttore della scuola, che ospita circa 150 bambini Aster ci ha riferito un episodio tramandato dalla tradizione (o forse persino dalla leggenda!): siccome lo spazio per la costruzione di edifici sulla costa è molto scarso, nel passato ogni bambino portava a scuola un sasso per recuperare al mare il terreno necessario all’ampliamento.
Al tramonto abbiamo ripreso il traghetto Maupiti express con un certo rimpianto di dover lasciare così presto un luogo da sogno, ma portando uno splendido ricordo di luoghi e di persone, ricordo anche concretizzato in una collana di profumatissime tiare, che ci hanno accompagnato con la loro fragranza per tutto il ritorno a Bora Bora.

Gianna