Google Translate

Search

Lettori fissi

mercoledì 10 novembre 2010

PostHeaderIcon Lutti, serate polinesiane, partenze e disavventure domestiche.




Dopo 2 serate di vaghe proposte “scriviamo un post?” “si si domani lo scriviamo”, non vedendo comparire ancora nulla di scritto dai miei compagni di (dis)avventure, ancora una volta vi aggiorno io su cosa capita qui tra un mango e l’altro. Purtroppo non molto di scientifico si può dire degli ultimi giorni, che sono stati costellati da problemi di molteplice foggia. In primis la nostra farm è ufficialmente vestita di nero per lutto, la favorita Lysosquilla, la più grossa e promettente di tutte, è morta 2 notti fa (mi viene spontaneo sottolineare che, pace all’anima sua, era proprio quella che portava il mio nome). Purtroppo fattori esterni dei quali non siamo ancora certi la hanno colta nel momento di massima debolezza, ovvero durante la muta, quando il corpo dell’animale è particolarmente vulnerabile.

Quando oramai la bestiola era considerabile la nostra paffuta mascotte, ha deciso di abbandonarci lasciando una certa tristezza in noi e raggiungendo il precedentemente deceduto pesce pagliaccio, che ci aveva lasciato due settimane fa.

Passando a cose più allegre, vi avevo lasciati ai nostri progetti serali di sabato; in compagnia di Stanley e Karim siamo andati all’Hotel Matira a goderci il nostro primo balletto tradizionale polinesiano. Non contento di guardare e basta, Enrico si è fatto entusiasticamente coinvolgere dalla più morbida delle sinuose ballerine, le quali al termine degli spettacoli sono solite coinvolgere gli spettatori per farli partecipare alle danze, e si è destreggiato in una dimostrazione di ballo insieme a lei. Vivacizzata ulteriormente da un’ottimo cocktail tipicamente BoraBorese offertoci da Stanley, la serata che doveva continuare al Bloody Mary si è invece trasferita su una pittoresca spiaggia, che ci ha visti sorseggiare succhi tropicali e fare brillanti conversazioni sotto un cielo stellato che ogni notte ci lascia a bocca aperta per la sua bellezza. Non ancora soddisfatti, alcuni di noi hanno optato per un rinfrescante bagno di mezzanotte, in un mare notturno molto diverso da quelli cui siamo abituati a casa. Una serata che difficilmente dimenticheremo, e che si è conclusa con impegnate chiacchiere a casa di Stanley davanti alle nostre ormai affezionate birre Hinano. Dopo un paio d’ore di fitta conversazione (come sempre un pout pourri di lingue tra francese, inglese e italiano), anche io, Enrico, Karim e Alice, i più notturni del gruppo, abbiamo ceduto al richiamo dei nostri letti -e fidatevi, alcune nottate tra zanzare e infelici, alte temperature, non sono affatto semplici da affrontare- . La domenica è trascorsa in maniera molto rilassata e ci siamo concessi un’oretta di sonno in più rispetto alla normale routine, svegliandoci alle 7. Dopo le consuete, amate, oleose, splendide frittelle che ormai sono un appuntamento fisso (è d’obbligo un “grazie Stanley”, vederlo arrivare con quel sacchettino bisunto alle 8 di ogni domenica mattina e sapere cosa ci attende all’interno ci riempie sempre di gioia) siamo andati a fare snorkeling su una splendida barriera corallina. Tra coloratissimi pesci e organismi di ogni tipo, Marco ha anche potuto fare la sua prima ripresa “seria”, immortalando i momenti più significativi. Degno di nota l’incontro con una murena davvero gigante, che con aria puntuta lasciava uscire la testa da una gigantesca roccia e palesando un “sorriso” tutto denti da far venire i brividi. Dato il tempo poco clemente e assai nuvoloso, il pomeriggio è stato di totale relax, salvo la produzione di un altro salame di cioccolata (si siamo ripetitivi e cacao dipendenti, ma come biasimarci), delizia dolciaria che oramai sta diventando merce di scambio per ogni tipo di cortesia ricevuta (e credetemi, le cortesie ricevute ci stanno salvando..). Ma come non menzionare il dramma del fine-settimana! Cosa mai sarà successo direte voi. Cosa poteva succedere di domenica, quando tutte le attività commerciali sono chiuse e Bora Bora sembra spegnersi in una siesta gigantesca? E’ terminata la bombola del gas. Preso atto dell’impossibilità di procurarcene una sino al lunedì, la serata polinesiana ci ha visti affrontare la cottura di carote e cibo vario in una pentola appoggiata direttamente su un fuoco da campo. Molto pittoresco, ma poco efficace per quanto riguarda la consistenza delle carote prima e dopo la cottura, pressoché invariata.

Tutt’ora manchiamo di bombola, in quanto, sappiatelo, qui le bombole del gas sono merce rara e vengono ordinate quasi su prenotazione. Tant’è che abbiamo dovuto aspettare che giungesse la nava che le trasporta (circa una volta a settimana, se va bene). Al momento stiamo utilizzando un forno portatile con anche fornelli a piastra che ci è stato prestato dalla gentilissima sorella di Stanley. Un’altra novità nella nostra vita d’impianto è stata la partenza di quello che oramai era un po’ come un vicino di casa non solo per me (dirimpettaia di bungalow) ma anche per gli altri: dopo 1 anno di permanenza tra Papeete e Bora Bora, Karim è partito ieri mattina per trascorrere un altro mese di lavoro a Tahiti e poi probabilmente sparirsene in qualche altro pittoresco posto in giro per il mondo, come d’abitudine. Per salutarlo come si deve, Enrico si è prodigato in un pomeriggio di cucina intensiva, e abbiamo fatto una cena tutti insieme.

Aggiornamento: sto distribuendo la composizione di questo post tra 2 giornate, ieri sera avevo moooolto sonno e non ho fatto in tempo a finire. Questo mi da l’occasione di aggiornarvi anche sulle prime disavventure di oggi, ovvero l’ennesimo lutto che ci ha colpiti. Un’altra varò (Lysiosquilla) è morta durante la notte, e la mia mattinata è allegramente trascorsa tra sezioni, biopsie e messa in formalina di parti del corpo sue e del povero pesce pagliaccio che ci aveva lasciati l’altro giorno. Io personalmente sono un po’ triste in tal proposito, veder morire gli animali di cui ci si sta prendendo cura è sempre bruttissimo, specialmente quando ormai ci si stava affezionando e li si nutriva con lo stesso spirito e lo stesso piacere che traggono le nonne nell’accudire i nipotini, e la stessa soddisfazione nel vederli mangiare con gusto. Ma tant’è, c’est la vie.