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Lettori fissi

sabato 6 novembre 2010

PostHeaderIcon Carcharhinus melanopterus e Rajiformes.




Bentrovati tutti voi lettori appassionati del nostro blog polinesiano. Siamo stati redarguiti sulla modalità poco "scientifica e professionale" con la quale viene scritto, addirittura mi sono sentita dire dai piani alti che il blog "non ha personalità"; visto e considerato che finora lo ho quasi sempre scritto io questo mi dispiace, ma ho fiducia nel fatto che questa si limiti ad essere l'opinione di una singola persona. Tornando a noi, come avrete potuto vedere ci stiamo sforzando di essere più scientifici (avete partecipato con sommo pathos alle difficoltose manovre di laboratorio della povera Giulia, che ha svolto un ottimo lavoro sopperendo con la pazienza al mancato funzionamento / assenza totale della strumentazione); Enrico vi ha già aggiornato sulla rinnovata popolazione dell'habitat dei pesci pagliaccio, le nostre fantastiche coppie che sembrano proprio ben avviate. Io e la scrittura scientifica non andiamo d'accordo, anzi penso mi annoierebbe davvero (e penso tedierebbe anche voi) riportare nel dettaglio ciò che di pratico abbiamo fatto in questi giorni, trattandosi di analisi della composizione dell'acqua. Senza scendere nel dettaglio, sappiate dunque che ci stiamo prodigando per preparare alle nostre Lysiosquille Mantis (su, sto cercando di essere scientifica, googlatevela e scoprite cos'è) il cibo perfetto, analizzando ad intervalli di circa 12 h la composizione di campioni dell'acqua (prelevata dalla vasca delle suddette) con immersi blocchetti delle svariate tipologie di mangime da noi preparato. Purtroppo anche un'operazione così semplice ha causato non poco nervosismo e richiesto un sacco di tempo; in primis un'avventura archeologica all'interno dell'armadio contenente i reagenti per l'analisi chimica, in quanto la metà erano boccette vuote o semivuote, oppure quelle che un tempo erano state polveri e che avevano ormai la consistenza della purea di patate e un'età davvero troppo veneranda per poter anche solo pensare di utilizzarle. Terminate queste ardue ricerche, e creata sulla scrivania dell'affollato ufficio una simpatica pila con tutto il materiale da eliminare, abbiamo finalmente potuto effettuare le famigerate analisi. Abbiamo utilizzato ciò che, come si suol dire, passava il convento, ovvero un compendio di reagenti La Motte (stessa casa del nostro colorimetro) e di TetraTests da acquario. Abbiamo scoperto dunque quanti NO2, NO3, NH3, PO4, SO4 e quale livello di Ph avesse raggiunto l'acqua.

Pongo qui una piccola parentesi non-scientifica: mentre appollaiata nell'ufficio scrivo per voi, i restanti survivors preparano un altro salame di cioccolata per il nostro amato Stanley, il quale ci ha permesso di passare quella che penso sia stata per tutti una delle BEST MORNINGS EVER (ve ne parlerò al termine della parentesi non-scientifica). Mentre si danno all'arte culinaria, gli effluvi della cioccolata sembrano star penetrando nei cervelli dei miei compagni isolani. Enrico è appena giunto da me portando con sè la ciotola dell'impasto di cioccolata e biscotti perchè io potessi consumarne i resti, sostenendo che lui "pensa al bene di tutti noi" (quello che io invece chiamo la sua amorevole smania di accudirmi), Alice invece, che solitamente come me non è troppo incline alle dimostrazioni d'affetto, è arrivata saltellando e in preda all'effetto della Feniletilamina (su, googlatevi pure questa, ma quanto sono scientifica oggi? eh? quanto?) mi ha abbracciata e si è effusa in affettuosi amichevoli convenevoli. La cioccolata (sarà che ne abbiamo poca) ci crea una certa quantità di scompensi psico-somatici pare.

Torniamo ora alla nostra mattinata fantastica! Essendo giunto il week end ci siamo crogiolati, fin dalla prima colazione, del tempo libero che finalmente avevamo (eh si, sabato e domenica FREE). Dopo aver svolto le consuete operazioni di routine (alimentazione degli animali, controllo temperatura e salinità delle vasche interne, esterne e dell'acqua di mare, nuovo ciclo di analisi del mangime per le Lysosquilline) siamo stati reclutati da Stanley per una spedizione in barca. Campeggiava nell'ormai amatissimo mezzo di trasporto un grosso trancio di tonno bianco, perchè, indovinate indovinate dove siamo andati? A fare shark and ray feeding! (noto anche come nuotare con aria entusiasta in mezzo a squali pinna nera e pastinache) Nello splendido reef di Bora Bora si trovano infatti questi splendidi animali, vi aprirò una piccola PARENTESI SCIENTIFICA prima di dilungarmi in entusiasti resoconti della nuotata più bella della mia vita -e penso di poter tranquillamente parlare anche per conto dei miei compagni di naufragio-. Cercherò di non essere troppo prolissa visto che già al tempo i nostri predecessori Andrea, Pietro e Luca avevano fornito un resoconto dettagliato sulla medesima esperienza.

Lo squalo pinna nera del reef (Carcharhinus melanopterus) appartiene al genere Carcharhinus ed alla famiglia Carcharhinidae. Può essere facilmente identificato per le vistose chiazze nere all'estremità delle pinne. Si tratta di una delle specie più diffuse nelle barriere coralline delle zone tropicali degli Oceani Indiano e Pacifico, predilige le acque poco profonde e sotto costa, al punto che la sua prima pinna dorsale emersa dall'acqua è una visione caratteristica delle aree succitate. La maggior parte di questi animali abita spianate sabbiose o piattaforme coralline. In genere raggiungono lunghezze di 1.6 metri. Il loro territorio è molto ristretto, e ad esso sono piuttosto fedeli, visto che lo cambiano soltanto una volta che sono trascorsi vari anni dall'ultima volta. Sono predatori attivi di piccoli pesci ossei, cefalopodi, crostacei, ma sembra che si nutrano anche di serpenti d'acqua ed uccelli marini. Come gli altri membri della famiglia anche questa specie è vivipara e le femmine partoriscono da 2 a 5 figli in un ciclo che può essere biennale, annuale, o in alcuni casi addirittura semestrale. La gestazione può durare 7-9, o 10-11, o addirittura 16 mesi a seconda della zona. L'accoppiamento è preceduto dall'avvicinarsi del maschio alle spalle della femmina, attirato da speciali segnali chimici. Timido e schivo, è difficile da osservare e raramente pone un pericolo per l'uomo. La carne di questi squali viene utilizzata assieme alle pinne ed all'olio di fegato. L'International Union for Conservation of Nature (IUCN) ha stabilito che la specie è prossima alla minaccia, poiché, anche se in generale i numeri sono ancora confortanti, una pesca eccessiva negli ultimi anni ed il suo basso tasso riproduttivo sta riducendo fortemente alcune popolazioni locali.

La razza -dell'ordine dei Rajiformes - è un pesce cartilagineo dal corpo piatto. Il superordine cui appartiene, Batoidea, è formato da 500 specie divise in 13 famiglie. La maggior parte hanno cinque fessure branchiali sotto le pinne pettorali, la pinna anale è assente. Gli occhi e gli spiracoli sono situati sulla parte superiore della testa. Vivono solitamente in acque profonde e sono diffuse in numerosissime zone geografiche in particolar modo nelle acque tropicali e subtropicali.
Finora non sono stati pienamente compresi il ruolo ecologico e la complessità del comportamento delle razze. Con la loro temibile reputazione, gli squali sono da sempre studiati, rispettati e temuti, molto più di animali considerati “semplici” quali le razze. Oggi invece si sa che i Raiformi sono animali complessi, con un’elevata massa cerebrale e sensi sviluppati. Tuttavia, le conoscenze sul loro comportamento si basano su fotografie di sub e osservazioni sugli animali alloggiati negli acquari pubblici. Le razze sono animali sociali che non di rado si riuniscono in grandi banchi con centinaia o persino migliaia di individui. I branchi di aquile di mare spesso recano anche un grande danno alle coltivazioni di ostriche e cozze, tanto che gli acquacoltori tentano di premunirsi usando reti metalliche per bloccarle. La loro pelle è sensibile al tatto: se accarezzate, entrano in uno stato di torpore. Nelle barriere coralline (ma anche, seppur in misura minore, nei mari temperati), non è raro sorprendere razze solitarie presso vere e proprie “stazioni di pulizia”: volteggiano lente poco sopra il fondo mentre piccoli pulitori (labridi) mangiano residui di cibo e parassiti fastidiosi. È un ottimo esempio di simbiosi: la razza viene ripulita, e il labride ci guadagna un pasto. Altri pesci ossei accompagnano le razze, tra cui le remore e i pesci pilota, che approfittano degli avanzi di cibo del pesce o dalle piccole prede che porta allo scoperto muovendosi nel fondo.

E' stata come vi ho già accennato, un'esperienza splendida per tutti noi, compresa la nostra Nadia che -seppur all'inizio fosse molto diffidente ad immergersi insieme agli squali-, incoraggiata da noi è stata poi entusiasta di averci raggiunti nell'acqua. Con l'aiuto del trancio di tonno di cui sopra, abbiamo potuto attirare le razze tra le nostre braccia e bocche (si, le abbiamo baciate), stando attenti a non calpestarle, in quanto ne avevamo almeno una ventina che ci nuotavano intorno. Marco (che ha dichiarato che dopo aver fatto questa esperienza può anche morire felice) ha ricavato un succhiotto sulla pancia da una razza, a me è stato invece succhiato un dito con un certo vigore, in quanto una razza lo ha scambiato per un pezzo di pesce.
In preda ad un raptus fotografico, io e Alice ci siamo messe all'inseguimento paparazzante di una coppia di splendidi pesci Picasso, incuranti del fatto (nozione appresa solo più tardi da Mauro) che questi animali sono tanto pacifici quando solitari quanto irascibili se in coppia. Tuttavia anche questa mini avventura si è conclusa positivamente e nessuna di noi ha avuto problemi con i graziosi amici pinnati.

Vado ora a godermi il pomeriggio libero nel bungalow, per poi magari fare un giretto turistico a Vaitape oppure una camminata serale lungo la spiaggia. Salvo cambiamenti di programma, stasera dovremmo andare al Bloody Mary, il famoso locale Bora Borese, in quanto dopo vi si terrà una festa.
Ia Orana!
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